Arte e architettura
tra fede e storia

Nel 1262 Mastino della Scala concesse agli Agostiniani una chiesetta e la canonica di Sant’Eufemia. In pochi decenni i frati si allargarono all’intero isolato romano e a quello dopo, costruirono un nuovo convento e, dal 1275, ampliarono la chiesa, che venne consacrata il 9 ottobre 1331. Nel 1340 venne concesso loro di allungarla ancora, chiudendo la via che arrivava all’Adige. Degli antichi costruttori non sono noti i nomi  no a Nicolò da Ferrara, autore delle absidi (a partire dal 1390), già attivo a Verona nelle basiliche di San Zeno e di Sant’Anastasia.

Intorno al 1420 la chiesa gotica era finita e, dieci anni dopo, anche il campanile. All’interno, l’aula unica (divisa in due da un tramezzo,  no alla  ne del sec. XVI) e con tre cappelle absidali aperte, si arricchì di altari, dipinti e sculture. A partire dal 1739 la volta a botte ribassata, concepita dall’agostiniano Pellegrino Mosconi, nasconde le capriate del tetto e ciò che rimane, ancora oggi,

Gli accessi alle cappelle absidali minori vennero ridotti e i numerosi altari, già in parte rimodernati, ridistribuiti regolarmente sotto il tracciato delle nuove e più ampie  finestre (cieche sul lato nord).

Dal 1807 la chiesa ospita l’antica immagine in bassorilievo della Madonna della Salute, proveniente dalla poco lontana chiesa di San Matteo (soppressa da Napoleone): mezzo secolo più tardi, in occasione dei solenni festeggiamenti in suo onore, nella chiesa si aggiunsero i due pilastri e l’arco di trionfo che separano ancora oggi la crociera dalla navata.

Infine, tra il 1930 e il 1947 l’intera chiesa venne decorata e vent’anni dopo presbiterio, fonte battesimale ed altare del Santissimo assunsero l’attuale disposizione

L'Esterno

Nella facciata, in mattoni e tripartita da lesene, il por- tale principale (1476), in marmi policromi e archiacuto, è abbellito da due immagini femminili poste ai lati su mensole e da quella sopra, molto più grande, di sant’Eufemia. Le due bifore, molto ampie ed allungate, sono rinascimentali; furono chiuse alla metà del Settecento, perché venne aperto un unico  nestrone centrale, sostituito dal rosone odierno nell’ultimo Dopoguerra.

Dal 1279 è addossata, a destra, l’arca di Cavalcano dei Ca- valcani, mentre il monumento fune- bre di Tommaso Lavagnoli (1550), a sinistra, fu spostato qui, dall’interno, nel Settecento. Anche il muro esterno, sul  anco, è in cotto, scandito da lesene e percorso, so- pra, da una cornice di archetti pensili intrecciati come la facciata. Sono visibili i diversi ordini di  nestre successiva- mente imposti. Il monumento funebre Leonardi (1587), a sinistra, ed il più articolato monumento a Marco Verità (1566), vennero spostati dall’interno della chiesa. La porta laterale è sormontata dalla nicchia che ospitava la Gloria di sant’Agostino (1426 ca.), opera di Stefano da Verona.

L'interno

Le decorazioni e gli stucchi che danno uniformità all’interno di Sant’Eufemia furono aggiunti verso la metà del secolo scorso, ad opera dei veronesi Gaetano Miolato, Francesco Rigodanzo ed Edoardo Guzzoni. Sul soffitto sono raffigurati alcuni simboli mariani e tre scene: l’Annunciazione, la Presentazione di Maria al Tempio e la Natività.

Sull’arco di trionfo è dipinto un Volo d’Angeli. Oltre la semicupola a cassettoni, nell’ovale sulla volta del- la cappella maggiore è rappresentata l’Ultima cena (con Melchisedech, Malachia, Elia e Zaccaria agli angoli). Nelle vele del catino absidale sono ritratti Sant’Eufemia, la Vergine, il Sacro Cuore, San Giuseppe e Sant’Agostino. Sette altari sono disposti a sud e a nord, con pale e sculture di varia importanza. Altre tele sono appese in chiesa e, nelle cappelle minori, si conservano opere un tempo collocate diversamente.